Pescocostanzo

Pescocostanzo, uno dei borghi più belli d’Italia, è gioiello d’arte e storia incastonato tra le vette dell’Altopiano delle Cinquemiglia.
Conserva intatta la sua anima antica e il suo originale fascino medioevale, è patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi a testimonianza di un forte sviluppo culturale che avvenne tra il 1440 e il 1700. I numerosi palazzi signorili documentano una florida economia armentizia, che contribuì ad uno spiccato sviluppo dell’artigianato.

La tradizione artigiana è riuscita a rimanere viva salvando il patrimonio di conoscenze legato alla lavorazione del ferro battuto, del merletto a tombolo, del legno e dell’oreficeria. Oggi si può passeggiare piacevolmente per le stradine di pietra che si snodano tra le botteghe del centro storico, osservando le architetture barocche, i rifiniti portali, la preziosa Basilica, le chiese e godendo dei magnifici affacci panoramici.

Nell’eccezionale contesto naturale in cui si trova, Pescocostanzo, offre una vacanza oltre che estiva anche invernale.
La stazione sciistica di Vallefura, integrandosi nel comprensorio sciistico di Rivisondoli e Roccaraso, offre belle piste,
servite da numerosi impianti di risalita, Snowpark e baby garden.

Il Bosco di Sant'Antonio

Immerso nel verde del Parco Nazionale della Majella si può ammirare una delle faggete più belle d’Abruzzo: il Bosco di Sant’Antonio.
Protetto come riserva naturale fin dal 1985, il bosco si estende su 550 ettari tra il 1290 e il 1420 metri di quota. Oltre ai faggi, di cui molti secolari, sono presenti anche aceri, peri selvatici, tassi, cerri e ciliegi. All’inizio dell’estate compaiono le eleganti fioriture della genziana maggiore, dell’elleboro e della peonia, oltre che una delle più rare orchidee selvatiche d’Italia (Epipactis purpurea).

Nel bosco trovano il loro habitat naturale anche uccelli rari, è comune trovare il rampichino, il picchio muraiolo, il picchio rosso maggiore e il picchio verde, oltre al pettirosso, il fringuello e il frosone. Tra i rapaci è facile avvistare lo sparviero e la poiana, sempre a caccia al di sopra del bosco e delle praterie vicine.

Il bosco merita di essere visitato in tutte le stagioni dell’anno. D’inverno si può praticare sci di fondo sulle piste che si snodano tra i faggi. D’estate è piacevole passeggiare, fare escursioni o fare un picnic.
Addentrandosi nel bosco è interessante scoprire anche l’Eremo, dedicato a Sant’Antonio di Padova, risalente al '300 o al '400. I cittadini del posto, ancora oggi, venerano il Santo il 13 Giugno. È usanza popolare peregrinare verso la chiesetta e benedire il così detto “pane dei poveri” simbolo di carità verso i più bisognosi e i viandanti che anticamente si fermavano per avere un ricovero.

Allevamento di bovini da latte

Produzione di latte crudo